Tendenze moda autunno 2019: i tessuti eco-friendly

Al Città Sant’Angelo Village Outlet, come sapete, seguiamo sempre le ultime tendenze e quest’anno, la moda inverno 2019 ci propone un sempre più consapevole approccio sostenibile. Che significa? Scopriamolo insieme, prima però, date un’occhiata ai nostri negozi oppure ai consigli di stile.

Moda green

Il cambiamento climatico e le numerose campagne social a favore dell’ambiente non lasciano indifferente la moda che si adegua adottando misure, a volta anche drastiche, per la salvaguardia del pianeta e per un mood decisamente più green. Basta andare sul web per capire quante aziende stiano adottando una svolta green, fatta di studi e ricerche volti a trovare nuove strategie di produzione a basso impatto ambientale.

Tessuti eco-friendly

Un esempio? 300 tonnellate di spazzatura dragata nel Mar Mediterraneo sono diventate nylon filato per realizzare i capi ultra tech. E poi, dalla plastica sono arrivati al cotone e alla lana rigenerata sino ai copertoni delle auto.

Accessori

Altri brand si sono concentrati negli accessori, creando nuovi packaging più sostenibili dal punto di vista ambientale e sempre Made in Italy. Ad esempio, c’è una nuova borsa è realizzata in GREEN PE al 60% e la CO2 risparmiata (quindi non emessa) per la produzione è pari 3 tonnellate. Rispetto al polietilene convenzionale, il Green PE non è prodotto utilizzando petrolio greggio, ma è derivato dalla lavorazione della canna da zucchero. Quindi ogni tonnellata di Green PE prodotta, risparmia fino a 3,09 tonnellate di CO2 contribuendo così a ridurre le emissioni nocive di gas serra. Il Green PE viene riciclato nel flusso di riciclaggio simile al polietilene convenzionale ed è quindi riciclabile al 100% nella plastica.

Un altro esempio possono essere le ciabattine realizzate in XL EXTRALIGHT®, un materiale Made in Italy ed eco-friendly perché prodotto senza solventi dannosi per l’ambiente.

Il pubblico è sempre più attento

Rispetto al passato, c’è una maggiore consapevolezza sulle tematiche green e non è un caso, quindi, che la fashion industry abbia sempre di più a che fare con consumatori più attenti e risoluti. Parliamo dei Millennial e la Gen Z che chiedono a gran voce prodotti dal cuore green e brand sostenibili, che siano realmente e concretamente impegnati nella salvaguardia del pianeta. Riuscirà la moda in questo intento? Sicuramente dei passi in avanti sono stati fatti, ma c’è ancora tanto da fare.

La moda sostenibile: più green carpet

Lo sappiamo, la moda guarda sempre avanti e in particolare, al futuro e il futuro è sempre più green. In questo, la moda sta facendo grandi passi in avanti verso quella che possiamo tranquillamente definire una nuova visione sostenibile. Come? In particolare attraverso i materiali. Non a caso, l’attenzione è sui tessuti innovativi, creati grazie al riciclo della plastica raccolta dagli oceani o prodotti grazie a tecniche meno aggressive sull’ambiente.

Nuovi materiali

Parliamo ad esempio del lino, della fibra d’ananas, del cotone che sono tutti materiali naturali adatti a sostituire le microfibre nell’abbigliamento, rendendo l’industria della moda davvero sostenibile, visto che, le principali responsabili di questo grave problema ambientale, sembrano essere proprio le micro particelle dei tessuti derivati dalla plastica, che arrivano in mare con un semplice carico in lavatrice.

Quanto ci costa la moda

Ad esempio, per produrre un singolo paio di jeans, è necessario impiegare 3.800 litri d’acqua, 12 metri quadri di terreno e 18,3 Kw/h di energia elettrica, a fronte di un’emissione di 33,4 kg di CO2 equivalente durante l’intero ciclo di vita del prodotto. Ogni anno, i jeans prodotti sono circa 3 miliardi in tutto il mondo. Fatevi un po’ il calcolo.

In pratica, la moda green deve essere pensata per avere un minore impatto sulla terra, in ogni fase del suo processo. Dalla scelta di materie prime che siano sostenibili alla lavorazione e ai trattamenti, che non devono contenere prodotti chimici inquinanti. Fino al trasporto, alla vendita, alla promozione di politiche eco friendly che possono sempre premiare le aziende che decidono di fare la svolta ecologica richiesta.

Lo scandalo dei vestiti bruciati

Cosa che fanno tra l’altro le aziende di moda con gli eccessi di produzione. La fast fashion impone anche a loro di creare molte collezioni ogni anno e molti capi per ognuna. Non tutti vengono venduti. Quelli che rimangono, spesso, vengono bruciati e contribuiscono ad aumentare i livelli di inquinamento.

Nel 2015 è stato calcolato che il settore ha prodotto 100 miliardi di capi. Nel mondo siamo 7 miliardi. Sono rimasti invenduti prodotti per 4,3 miliardi di dollari. Finiti letteralmente in fumo. Speriamo che il futuro sia diverso.